3 dicembre 2014- I fatti: la Comunità Montana della Valchiavenna progetta l’opera di collegamento ciclabile tra San Sisto e Isola e si adopera per trovare i finanziamenti, riuscendoci. Delibera il progetto e chiama i due succitati Comuni a deliberare in merito. L’amministrazione del Comune di Campodolcino chiede in extremis modifica al progetto perchè lo ritiene di caratteristiche troppo “stradali” (sic), la Comunità Montana corregge e rimanda ad esame il progetto, che viene approvato a Campodolcino ma ignorato a Madesimo. A questo punto la giunta di Campodolcino ritira la delibera (!!!) per non incorrere in eventuali problemi di “sperpero di pubblico danaro” nel caso in cui l’opera dovesse fermarsi al confine tra i due Comuni (al “Pian dei Cavalli”). (Cliccare qui per vedere la revoca)
Commento di P. C.: – “Niente da fare, niente pista ciclabile tra San Sisto e Isola. L’opera, molto interessante per il potenziale turistico a basso impatto ambientale che avrebbe riguardato i nostri luoghi, non avrà luogo per le incomprensibili diatribe tra i sindaci miopi dei Comuni di Madesimo e Campodolcino? Giudicate voi. Possibile che l’ipotesi di sollevare il telefono e tentare un accordo tra amministrazione di Madesimo e Campodolcino sia da considerarsi tanto complessa da rinunciarvi? O bisogna dedurre dalla recente storia delle relazioni tra le due amministrazioni (vedasi pista di fondo di Motta) che la comprensibilità reciproca sia deteriorata al punto da compromettere efficacia e utilità delle due stesse giunte? Lo sperpero che è visibile è quello di un territorio potenzialmente ricco di offerte ma bistrattrato dalla miopia amministrativa. Questo agire, de facto, contro l’interesse collettivo per motivi apparentemente personali non è forse più grave dell’ipotetico sperpero? Ci si vuole forse far credere che realizzare una struttura che rechi al più antico insediamento umano dell’Europa centrale è uno sperpero, mentre far progettare due volte un’opera per approvarla e bocciarla poi, sia invece oculatezza amministrativa? Grazie signori, ancora una volta avete evitato un occasione di sviluppo rispettoso sui vostri territori e per la vostra gente. Davvero grazie di cuore, per l’oculatezza, la lungimiranza, e, lasciatemelo dire l’intelligenza eticamente ammaestrata che viene dimostrata. “