cavatori di pietra

Articolo estratto da” Industria storica di Valchiavenna -raccontare il passato per guardare al futuro” – Confindustria Sondrio – ottobre 2010.
“L’estrazione della beola verde dello Spluga a San Sisto contava nel 1928 due ditte: una a Samòlaco e una a Campodolcino. La beola era quella di val San Giacomo, per la quale, grazie all’iniziativa dei signori Mosca, milanesi trapiantati a Chiavenna, fu costruita dopo la seconda guerra mondiale una teleferica per il trasporto delle lastre da San Sisto alle Corti di Campodolcino. Nella stazione in alto confluivano altre due teleferiche: quella proveniente dal Bugiàch sulla sinistra dell’alpe Gusone, a quota 1900, che, aperta nel primo dopoguerra, fu chiusa nel 1941-42, e quella proveniente da Il’ alpe Frondaglio, alla Pòsa granda, in comune di Isolato (Madesimo).
La cava del Mulinèsc, che negli anni sessanta del Noveecento occupava oltre una ventina di operai, andò gradualmente spegnendosi.
Continuò nel 1970 un gruppo del luogo con una cava all’alpe Gusone, ottenendo dai Mosca la cessione gratuita della teleferica San Sisto-Campodolcino, che fu rimontata da Gusone a Starleggia. Un’altra cava, propr.ietà di residenti a Campodolcino e Starleggia, funzionava a quota 2000 tra Morone, Boc e Servizio. Da quest’ultimo alpe scendeva una teleferica fino a Portarezza di Campodolcino.
Una ditta per la cavatura della quarzite verde dello Spluga, chiusa a Campodolcino alla fine del 1970, riprese vita a San Giacomo dal 1972 al ’74.”
Cliccando sul link qui sotto si può vedere il video di ECHI sulla cava di Splughetta:

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